lunedì, Aprile 15, 2024
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    Maiorca, less is more !

    Palma de Maiorca – all’uscita dallo store Zara 

    Le vacanze estive sono finite, restano le foto che mi riportano ai bei tempi andati…  Baleari, isole a me care! Dopo Ibiza e Formentera é la volta di Maiorca. Come sempre viaggio fai da te: consiglio la compagnia Vueling – la sorellina minore di Iberia – e un mashup di informazioni tra Booking e TripAdvisor. Risultato con meno di 600 a testa, volo a/r, una settimana in albergo 3 stelle a due passi dal mare, in mezza pensione.
    Si parte con del ritardo ma trovo il modo per ribaltare la situazione a mio favore. L’aeroporto di Venezia ha un bel duty-free! Ballerine di marca, made in Italy, ribassate del 50% sono mie con € 34,00!!!. Penso di aver fatto un’ottimo acquisto per l’autunno. Non tutti i mali vengon per nuocere eh eh eh.
    Volo perfetto. Palma è gigante, lo si vede dall’alto, lo si capisce dall’aeroporto, gate su gate per gli imbarchi, 4 settori di uscita. Trasporti moderni, in orario, puliti, costo del tragitto aeroporto-Arenal, € 2,00 a persona. I biglietti si fanno direttamente sul bus senza sbattimenti. Arriviamo: troppo cemento, eco-mostri, ma il mare e la spiaggia sono fantastici. Devo starci una settimana mica 1 mese ! Spirito di adattamento, curiosità, vivere l’esperienza al meglio, osservare, divertirsi, immagazzinare sana e positiva energia.  Italiani, zero. Solo giovani. Una meraviglia. Nessuno ci capisce, nessuno ci squadra dalla testa ai piedi. Telefoni e dispositivi restano spenti nonostante il wi-fi sia ovunque e gratis. In albergo l’episodio alla Pretty Ketty.  Il borsone non si apre, la chiave l’ho lasciata chissà dove. Nel trolley solo cose di necessità: bikini, infradito, caftano, un vestitino (vedi foto), pareo gigante, un paio di jeans, due t-shirt, intimo, lenti a contatto e 4 Topolino. Non mi trovo in Pakistan (il dentifricio ed il solare li troverò) e neppure a St.Tropez, qui siamo all’Arenal di Maiorca. Qui impera il casual, le notti brave e la birra. Una birretta piccola  al Mega Park, un locale spaziale, costa solo € 1!!!  La tragedia del casual è in ascesa. Non sono riuscita a fare delle foto dentro lo store Zara ma vi assicuro che alle 19 era davvero ribaltato e le commesse non riuscivano a starci dietro. Ci conformiamo agli usi e costumi e indossiamo la divisa d’ordinanza: infradito, canottiera, braghini corti, occhiali da sole. Vanno molto i cappelli di paglia o i fac-simile del Panama bianco. Ci pare troppo. Non c’è niente da comprare se non qualche oggettino trash, così per farsi due risate. Palma è bella, il centro storico è curatissimo, i negozi del casual li saltiamo a pié pari e andiamo diretti nel quartiere delle Tapas, dove si spizzica, si bevono Mojito buonissimi e rinfrescanti e l’immancabile cherveza San Miguel.

    Arenal, secchio, bibitame, cannucce maxi

    La vita da spiaggia migliore é lungo l’Arenal, dove abbiamo l’albergo. Si pagano solo i lettini, prezzo fisso € 6,00, ombrellone chi prima arriva meglio alloggia. Ad un certo punto del giorno ci ritroviamo attorniati da Valchirie tedesche e Conan olandesi, che reggono l’alcool alla grande. Bevono sempre, continuamente: secchio con le bibite acquistati nei supermercati, cannucce giganti. Intavoliamo dei discorsi con mezza Europa. Fantastico !!! Una ragazza tedesca, ha scelto di vivere nel mondo. Lavora per un locale della zona, guadagna il giusto e ha già girato le Baleari, la Spagna e la Grecia. Parla inglese, olandese, francese, un’pò il greco e l’italiano. Farà strada, sono sicura.
    La vacanza finisce, rientriamo a Venezia. Con noi una coppia con la divisa d’ordinanza casual con tanto di cappello di paglia ma qui lo spirito casual viene scambiato per ragazzi di campagna. Sguardo di intesa, siamo in Italia, il paese delle contraddizioni. Vestiti decenti (jeans lunghi, scarpe chiuse, maglietta di buona fattura) saliamo sull’autobus che ci porterà alla Stazione FS di Mestre. € 5 a testa per un viaggio su un mezzo degli anni ’60, senza aria condizionata, senza display, sporco e con affisso il regolamento lungo un km che nessuno leggerà mai. Gli stranieri faticano a capire dove si compra il biglietto, glielo spiego. Sbofonchiano divertiti. A Venezia si divertiranno ancora quando sborseranno continuamente soldi anche per andare a pisciare ? Credo di no. Less is more.

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    Katia Querin
    Katia Querinhttp://www.katiaquerin.it
    Ciao sono Katia! Scrivo da sempre. Mi riesce facile mettere nero su bianco pensieri ed emozioni. Dal 2010 dico la mia sulla società grazie alle evoluzioni del digitale, i voli pindarici del marketing ed il potere della narrazione.

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