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    Boomer. La generazione dei sacrifici

    Il termine “boomer” si riferisce generalmente ai membri della cosiddetta “generazione del baby boom”, ovvero le persone nate tra il 1946 e il 1964, periodo in cui si verificò un aumento significativo del tasso di natalità. Il termine “boomer” è oggi spesso utilizzato in modo informale per riferirsi ai membri di questa generazione, in particolare per indicare quelli che potrebbero avere atteggiamenti o punti di vista considerati datati o conservatori.

    Il Boomer offeso

    È piuttosto lunare che i boomer si sentano offesi quando si tronca di netto una discussione con un sintetico “Ok boomer”. Nonostante lo scollamento temporale i boomer continuano a dispensare consigli non richiesti alle nuove generazioni (indaffarate a studiare, conservare un posto di lavoro o trovare un posto nel mondo che corre a 2000 all’ora) e a ricordare che loro sì hanno fatto grandi sacrifici. Vediamoli questi grandi sacrifici.

    Boomer - Foto di Giacomo Lucarini su Unsplash
    Boomer – Foto di Giacomo Lucarini su Unsplash

    La generazione dei sacrifici

    La generazione dei sacrifici è riuscita a sposarsi entro i 25 anni con feste da 200 invitati, comprarsi una casa con giardino, avere almeno due figli e farli studiare all’Università, la villeggiatura al mare in estate e la settimana bianca a Natale, un semplice raffreddore e via con la richiesta della mutua, la settimana delle ferie a metà settembre per la vendemmia. La pensione calcolata con il vecchio sistema che si basava sull’ultima retribuzione, volutamente più alta per via degli straordinari pagati. In pensione anche a 50 anni, dopo aver trascorso 30 anni nello stesso ufficio o fabbrica, con tutte le energie vitali per la ristrutturazione del villino acquistato versando l’anticipo del TFR. La generazione dei sacrifici ha potuto costruirsi un futuro solido, fatto di beni e di servizi per sé e la propria famiglia. Ha potuto risparmiare per i tempi difficili mai arrivati. Infatti gli investimenti personali in banca coprirebbero il debito pubblico. Il boomer ha potuto fare tutto ciò con titoli di studio che al giorno d’oggi sono carta straccia. La terza media o al massimo il diploma.

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    Katia Querin
    Katia Querinhttp://www.katiaquerin.it
    Ciao sono Katia! Scrivo da sempre. Mi riesce facile mettere nero su bianco pensieri ed emozioni. Dal 2010 dico la mia sulla società grazie alle evoluzioni del digitale, i voli pindarici del marketing ed il potere della narrazione.

    2 COMMENTS

    1. Facendo i conti con meno foga si potrà scoprire invece che molti boomer sono ancora in attività lavorativa, la loro pensione sarà calcolata a metà fra il contributivo e il retributivo. In pensione dopo 30 anni di contributi? Ma chi?

      • Ci sono moltissimi casi in Italia. Esempi: sono stati i percettori delle baby pensioni e attualmente i pensionati nati negli anni 40 del secolo scorso percepiscono la pensione con il sistema contributivo. Praticamente alcuni di loro sono in pensione da più di 25 anni. Secondo i dati dell’ISTAT (Istituto nazionale di statistica) relativi al 2021, il numero di pensionati in Italia è di circa 17,3 milioni di persone. Questo rappresenta circa il 28% della popolazione totale italiana.

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